PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 17_06_2015

margheritaMercato del pesce, il ritorno del «killer» Urban _ Ma è intesa sul Parco del castello 


Il verde desiderato a Bari vecchia entra nel regno della realtà. La giunta comunale ha approvato nei giorni scorsi lo schema di protocollo di intesa con il Comitato Parco del Castello per «l’avvio di attività volte alla valorizzazione paesaggistica e alla riqualificazione urbana» dell’area compresa tra Santa Chiara, il porto e, appunto, il Castello normanno-svevo.

È una intesa abbastanza concreta: dal momento della firma, che avverrà nei prossimi giorni, non passerà più di un anno per vederne i risultati, da condividere con la cittadinanza. Da una parte il Comune, coinvolgendo diversi uffici sotto il coordinamento della Ripartizione urbanistica, costituirà «un gruppo tecnico per predisporre, anche attraverso l’interazione con il Comitato, analisi urbane, storiche e ambientali nell’ambito delle aree pubbliche intorno al castello», Il comitato dovrà invece «costituire un laboratorio (…) coinvolgendo gli abitanti del quartiere e i cittadini».

All’orizzonte c’è il progetto del parco, che dovrà nascere da quella attività di informazione e partecipazione da svolgere prima e non dopo aver dato incarico ai progettisti. Né si può dimenticare che all’origine dell’idea del parco c’è la mobilitazione di numerose associazioni ambientaliste e culturali (le stesse che si sono riunite nel Comitato) contro la costruzione di un palazzo per uffici proprio di fronte al Castello. I giudici del Tar, investiti da un ricorso delle stesse associazioni, si esprimeranno a giorni sulla legittimità del cantiere del Genio civile che, in caso contrario, sarebbe un bell’esempio di «abusivismo di Stato».  Intanto le proteste hanno messo in moto anche un movimento di conoscenza, di approfondimenti e di studi che ha già dato i suoi frutti preziosi; dalla riscoperta di un «vincolo di rispetto» ignorato o dimenticato dalla stessa soprintendenza, al ritrovamento di progetti e intenzioni – nel corso di oltre un secolo – per la restituzione alla cittadinanza del castello e dei suoi spazi.

Insomma, il lavoro di ricerca cui si riferisce il protocollo di intesa è già avviato sulla buona strada e stasera, nella sala parrocchiale della Cattedrale, se ne avrà un saggio. In ogni caso, quale che sarà la strada su cui si metteranno le cose, il laboratorio servirà almeno a gestire il trasferimento delle auto da piazza Ruggero il normanno: la restituzione ai pedoni di quello spazio pubblico è una condizione preliminare per qualsiasi riqualificazione urbana.

È, questa attività di studio e di informazione, una buona strategia. Purtroppo però non sembra essere condivisa dall’intero governo cittadino, o almeno non lo è tutti i giorni. Infatti, sempre a Bari vecchia, c’è un altra trasformazione imminente. Parliamo di piazza del Ferrarese  e in particolare del palazzo del Mercato del pesce, oggetto di un altro protocollo, sottoscritto lo scorso febbraio, ma questa volta tra il Comune di Bari, l’Agenzia del Demanio e il ministero del Beni culturali.

Dalle più recenti dichiarazioni dell’assessore comunale alla Cultura, Silvio Maselli, par di capire che un progetto per il palazzo del Mercato del pesce (opera dell’ingegner Capirri, 1938) sia già in cottura. Non è dato sapere chi ci sta mettendo la matita, ma ci sono eloquenti notizie circa le nuove funzioni da assegnare all’immobile: una parte sarebbe destinata al Polo delle arti contemporanee, insieme al teatro Margherita e alla Sala Murat; un’altra parte, destinata a atelier e residenze per artisti; al piano terra, spazi espositivi in condominio con un «mercato» di prodotti alimentari locali, immancabilmente tipici, per la gioia dei turisti. L’idea, prospettata nel corso di un incontro al Fortino, non ha incontrato il favore dei residenti di Bari vecchia che hanno il timore – assai  fondato – di perdere il proprio mercato ortofrutticolo, traccia residuale di una identità comunitaria ferita a morte dagli effetti economici, immobiliari e commerciali del Piano Urban.

Ora, questa «nuova» idea farcita di marketing territoriale  e glamour turistico andrà proprio nella direzione del «luna park gastronomico» realizzato nel tempo tra piazza del Ferrarese e piazza Mercantile. È la previsione che fanno anche due esperti di urbanistica, l’architetto Arturo Cucciolla e lo storico Giuseppe Carlone, per i quali invece «occorre pensare  a intelligenti scelte  di riequilibrio, utilizzando meglio le indicazioni del Piano particolareggiato di Bari vecchia che ha dimostrato, quando attuato negli anni passati, di essere un buon strumento di governo delle trasformazioni di quella così speciale parte di città».

NICOLA SIGNORILE

(pubblicato ieri su La Gazzetta del Mezzogiorno)

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