Ieri ci ha lasciato Mauro Galantino, raro esempio di maestro del contemporaneo in Italia.
Noi della redazione di <Occhi sulla cultura> lo vogliamo ricordare con le parole del suo amico e critico d’architettura Nicola Signorile, apparse oggi su la Repubblica.
Tag: Renzo Piano
Come si evitano i 1000 Mose d’Italia
È spesso un avvenimento minore/marginale nel grande libro della Storia dell’Architettura a fornire l’occasione per considerazioni di carattere generale.
Parliamo del possibile avvio di un cantiere per la pedonalizzazione di due strade nella città di Martina Franca.
PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 08_03_2017
Una scuola salverà S. Anna dal disastro? _ Inarch: concorso scandaloso
Uno scandalo nello scandalo. La esclusione di Bari dal concorso di idee internazionale per le scuole innovative, poche ore prima della scadenza dei termini per la presentazione dei progetti, è «scandalosa», dice Francesco Orofino, vicepresidente dell’Istituto nazionale di architettura. Quella di Bari avrebbe dovuto essere la 52ma scuola del futuro, secondo il modello delineato da Renzo Piano. Ma non è detto che le altre 51 si realizzino, perché il concorso è… scomparso.
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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 08_02_2017
Con i «beni comuni» Renzo Piano rammenda periferie _ A confronto Marghera e la Rossani
Renzo Piano si schiera dalla parte dei beni comuni e della partecipazione dal basso. Grazie al maestro-senatore abbiamo la possibilità di allontanare il sospetto che in questa rubrica si coltivi un pregiudizio contro le archistar. I grandi architetti non sono tali solo quando progettano i grattacieli ma anche e soprattutto quando contestano le convenzioni. Per esempio quella dei parcheggi, che proprio Renzo Piano rinunciò a realizzare nei sotterranei della Torre delle Poste, nel centro di Londra. Sua è la teoria del «rammendo delle periferie» e – nonostante l’aria un po’ gozzaniania – lo slogan ha conquistato tutti: tecnici, imprenditori e politici, i quali tuttavia hanno spesso frainteso prefigurando solo di lavori pubblici.
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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 29_06_2016
Per fare la città non ci resta che la periferia _ S. Anna, natura e architettura
Che sarebbe di noi se non avessimo le periferie? Una catastrofe. Intanto, le città non avrebbero più un centro perché il centro sarebbe l’intera città. E sarebbe una città monotona: senza differenze di valore, anche il lavoro degli agenti immobiliari sarebbe di una noia pazzesca. Diciamolo: altro che risolvere il problema delle periferie! Teniamocele care, se vogliamo città vitali. Al di là del paradosso: non si può certo stare sempre a discutere di via Sparano! Per fortuna c’è Enziteto, graziaddio abbiamo problemi incancreniti al San Paolo, per tacere di Japigia, che i veterani del quartiere ancora chiamano «il Giappone», ricordando i tempi in cui – essendoci solo un raro autobus numero due – la distanza dal centro era tale da convincersi di vivere in un altro mondo.