La città del disincanto. Architetture dell’ultimo Novecento a Bari

Il progetto di concorso di Kengo Kuma per il Museo Archeologico di Santa Scolastica

Domani, 12 marzo 2019, alle ore 18.30, presso il Museo Civico di Bari si inaugura La città del disincanto. Architetture dell’ultimo Novecento a Bari, una mostra sulle trasformazione urbane del ‘900 nel capoluogo pugliese.

Di seguito il comunicato stampa

Un Petruzzelli modernissimo, una chiesa a largo Due Giugno, via Sparano interamente pedonale già nel 1973, un grattacielo al posto del teatro Margherita. Sono solo alcune delle sorprese che riserva il Museo Civico di Bari (in via Sagges, a Bari vecchia, da martedì 12 marzo. Alle 18.30 si inaugura:  «La città del disincanto. Architetture dell’ultimo Novecento a Bari», una  mostra sulle trasformazioni urbane del Novecento nel capoluogo pugliese.
Ideato e coordinato da Nicola Signorile, giornalista e storico dell’architettura, il progetto è stato realizzato con la partecipazione di Arturo Cucciolla, Nicola Amato, Antonella Calderazzi, Lorenzo Netti, Francesco Gismondi, Enzo Velati e Giuseppe Carlone, che hanno curato le diverse sezioni.
Nicola Signorile introduce il catalogo – edito da Adda – con un saggio sulle «Mitologie della metropoli in espansione». Una rassegna antiretorica delle visioni e delle autorappresentazioni che hanno accompagnato lo sviluppo urbano di Bari tra Otto e Novecento, dalla fondazione del Borgo murattiano alla Città Levante, dal piano regolatore di Ludovico Quaroni fino alla più recente propaganda della Smart city.
Al vernissage saranno presenti l‘assessore alla cultura del Comune di Bari, Silvio Maselli; Beppe Fragasso, presidente di Ance Bari e Bat; Eugenio Di Sciascio, rettore del Politecnico di Bari.

PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 20_09_2017

ex palazzo Fiat, Bari

Meglio restaurare che demolire nel regno dell’auto _ Pratica di «riuso» nel Murattiano

Se si è salvato, non è merito della Soprintendenza che ne ha serenamente ignorato il degrado prima e il restauro dopo. Eppure di motivi per assicurare la tutela di quell’edificio industriale all’interno del quartiere murattiano ce ne erano a bizzeffe.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 26_07_2017

monumento ai caduti a Carbonara

La resistenza, i monumenti e l’architetto _ Il 28 luglio di Gaetano Civera

«Gaetano, che fai qua, in mezzo a questi scalmanati? Non è più prudente che te ne torni a casa?». «Stiamo manifestando per la libertà, non facciamo male a nessuno», rispose l’architetto Gaetano Civera al suo amico, il tenente Lapaccia. Un pugno di minuti e l’architetto Civera lasciò la sua vita sulla strada, ucciso dai proiettili esplosi dai soldati. Erano da poco passate le 13 di un caldissimo 28 luglio 1943. Oggi una piccola targa di ottone infissa nell’asfalto ricorda il suo nome e la sua età – 47 anni – insieme ad altre 19 targhe intestate agli antifascisti, vittime anche giovanissime della strage di via Niccolò dell’Arca.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 19_07_2017

Saverio Dioguardi | caserma della milizia

Tra pietre fasciste e razionalismo vinse la retorica _ Anni Trenta: demolire o salvare? 

Il Palazzo delle Poste in piazza Cesare Battisti, costruito negli anni Trenta, va demolito? E l’ingresso monumentale della Fiera del Levante? E l’Albergo delle Nazioni? Da radere al suolo perché simboli del regime fascista oppure da tutelare in quanto beni culturali, parte de patrimonio artistico della città e della nazione?

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 21_06_2017

Piazza Santa Barbara (oggi piazza Chiurlia)

Bari Vecchia salvata dalla furia dei picconatori _ Il «diradamento» di Giovannoni

Non è stato per caso se Bari vecchia si sia salvata, o se almeno sia giunta fino a noi conservando una forma così densa e quelle incrostazioni del tempo che ne fanno un «centro storico» autentico. Un paesaggio urbano con il quale ci si può permettere il lusso di progettare un uso nuovo del lungomare (A proposito: che fine ha fatto il concorso? Quando il Comune di deciderà a nominare il presidente della giuria per l’esame degli elaborati? Prima tanta fretta, al punto di essere costretti a prorogare i termini, poi il blackout!). Un paesaggio urbano nel quale si può avere la possibilità di immaginare una trasformazione dell’ex mercato del pesce in galleria di arte contemporanea. Un paesaggio capace di suscitare il desiderio collettivo di un parco intorno al Castello.

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