PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 15_03_2017

La Sirenetta a mare progetto degli architetti Chiaia e Napolitano 1957_1960

Mare di Levante prigioniero del passato ostile _ Parco urbano o lottizzazioni?

Sempre alla ribalta il futuro della costa di Levante. Progetti, studi e convegni si rincorrono e tutti insieme tentano il sorpasso, per arrivare al traguardo prima del nuovo piano urbanistico generale. Per mettere l’Amministrazione comunale e i suoi tecnici di fronte al fatto compiuto, secondo una strategia che fu già messa in atto con successo ai tempi del piano Quaroni.
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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 22_07_2015

costa tra Mola di Bari e Polignano

Indietro tutta, costruiremo in riva al mare _ Paesaggio, cambio di rotta


Non abbiamo dovuto attendere molto per avere i primi segnali del cambio di rotta nella politica del territorio pugliese. L’occasione l’ha offerta il convegno organizzato dai giovani imprenditori edili (Ance), al quale ha partecipato la settimana scorsa l’architetto Annamaria Curcuruto, ex dirigente della Ripartizione urbanistica del Comune di Bari, di freschissima nomina ad assessore regionale all’Assetto del territorio.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 27_05_2015

monopoli
(foto Giuseppe Pavone)

Ma come passa in fretta il tempo tra terra e mare _ Il «Viaggio parallelo» a Monopoli

«I tempi sono cambiati», dice Enzo Velati mettendo a confronto Monopoli nelle fotografie di oggi con Monopoli nelle fotografie di dieci anni fa. Che vuol dire? Come sono cambiati i tempi: in bene o in
male?
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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 04_03_2015

What we want | Sao Paulo, 2006 _ foto di Francesco Jodice

La città abusiva festeggia trent’anni di condoni edilizi _ Bari fa i conti con oltre 33mila pratiche

Il campanello di allarme per Bari squillò dieci anni fa, pochi giorni prima della scadenza del terzo condono edilizio, quello che gli intenditori chiamano amichevolmente «il 326». Uno studio di Confedilizia effettuato nelle maggiori città italiane rivelava che Bari era seconda solo a Roma: le richieste di sanatoria degli abusi baresi erano addirittura superiori a quelle di Milano: 5.196 domande contro  4.623. Ma i numeri non erano ancora definitivi e in una manciata di giorni superarono la soglia degli 8mila.
Complessivamente, i tre condoni hanno portato negli uffici comunali baresi ben 33.422 pratiche. Così divise: quasi la metà (18.234) con il condono del 1985, altre 7.100 con il condono del 1994, e infine 8.088 pratiche con il condono del 2003.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 25_02_2015

teatro margheritaTeatro Margherita iniquo scambio e progetti visionari _ L’arte contemporanea dopo il Demanio

Il teatro Margherita e l’ex Mercato del Pesce al Comune, in cambio dell’ex Macello e dell’ex Frigorifero.
Che la permuta sia conveniente, per i baresi, è tutto da dimostrare. Lo Stato si prende due grandi immobili restaurati e funzionanti mentre si libera di un teatro che è una scatola vuota, con i pilastri e le travi di cemento armato a nudo, e di un palazzo che ha bisogno di importanti lavori di risanamento. Ma al di là dell’aspetto strettamente immobiliare, va considerato che nell’ex Macello ha sede l’Archivio di Stato e nell’ex Frigorifero la Biblioteca nazionale: due servizi culturali di alto rango, di cui la città ha goduto e godrà senza spese, perché sono strutture statali. Che cambia rispetto al passato, con la permuta? Nulla, tranne il fatto che il Comune non percepirà più il canone di affitto. Al contrario, il Margherita per diventare un luogo di cultura efficiente avrà bisogno di investimenti: di denaro, di personale, di gestione, oltre che di opere edili… In effetti quel che riceve oggi il Comune avrebbe potuto e dovuto ottenere senza dar nulla in cambio, in ragione del cosiddetto federalismo demaniale. Insomma, l’operazione ci ricorda l’iniquo scambio tra la Chiesa Russa e la Rossani: in questo come in quel caso c’è bisogno di soldi, e in parte si tratta degli stessi, perché si torna a pescare nel salvadanaio del «Patto per Bari», che fu sottoscritto da Vendola e Emiliano il 9 gennaio 2013. Ma restò congelato, perché le parti non s’intendevano sul modo di spendere i quattrini o meglio, sul che fare del Margherita.

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