Il “bene” della collettività.

Henri Matisse, La danza, 1910
Henri Matisse, La danza, 1910

La crisi che ormai da qualche anno attanaglia l’Italia e l’intera economia globale ci ha detto che una certa stagione del capitalismo, quello utopico-individualistico, fatto della cancellazione delle regole in nome di una sedicente economia liberista, è giunta ormai al capolinea, ha esaurito la sua capacità generativa ed innovativa. Per anni ci hanno fatto credere che il “mercato”, con la sua capacità autoregolativa, avrebbe risolto ogni problema della vita urbana. La storia contemporanea ci ha dimostrato l’infondatezza di questa idea, i meccanismi autoregolativi del mercato sono imperfetti, non esiste la possibilità di internalizzare completamente le esternalità ambientali (si pensi alle tragiche esternalità prodotte dalla produzione dell’acciaio all’Ilva di Taranto, solo per fare un esempio attuale noto a tutti), dunque, il capitalismo deve necessariamente evolvere in una forma diversa dall’attuale; è evidente la necessità di un ritorno all’economia dell’etica e della reciprocità. continua a leggere

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