Segnali per i turisti a Bari vecchia: tutto dà di antico _ Una gara per “sponsor tecnici”
Bari vecchia, ultimo atto. Ora ci provano con la segnaletica turistica e quella che a prima vista sembra una lodevole iniziativa, sotto sotto nasconde la sua vera mira: portare a compimento la «gentrification» del centro storico, iniziata tanti anni fa con il piano Urban. Noi non faremo la figuraccia di Elisabetta Canalis al cospetto di Roberto De Niro al festival di Sanremo del 2011 e perciò che cosa sia la «gentrification» ce lo facciamo spiegare in due parole da Sharon Zukin, sociologa urbana newyorkese: «Si tratta di una violenta rivoluzione supportata, e talvolta persino condotta, dallo Stato che allontana le persone dalle proprie case, obbliga i commercianti a chiudere i propri negozi e “ripulisce” il centro a favore di marchi culturali, globali ed egemonici».
Guerra e pace ma al progresso serve tempo _ La casa del mutilato di Pietro Favia
Se non fosse stato per la forma scomodissima di quel lotto, una spina acuminata che si infila tra il palazzo delle Finanze e gli uffici centrali dell’Anagrafe, la Casa del Mutilato non sarebbe mai stata una tappa – domenica scorsa – della Maratona del Fai (il Fondo per l’ambiente italiano). Perché è proprio la pianta, un accentuato triangolo isoscele, a condizionare le scelte dell’architetto Pietro Maria Favia, ad averlo condotto a sperimentare una ardita soluzione d’angolo nella quale sembra scomparire l’intero edificio con la sua mole o per lo meno ridursi ad un cilindro apparentemente vuoto, scandito da quattro pilastri.
L’efficace schizzo di Onofrio Mangini del progetto di concorso per l’area del Ferrarese
Il Margherita e la grammatica dei sentimenti
La grammatica ha un grande potere: cambia le carte in tavola. Certe volte basta un plurale per far rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta. Prendiamo il caso del Bac. L’acronimo stava per Bari Arte Contempranea, ora sta per Bari Arti Contemporanee. Ma sempre Bac rimane, così non è chiaro se il vecchio sia stato sepolto oppure sia sempre vegeto, oppure sia uno zombie che continuerà a disturbarci i sogni.
La vecchia sigla indicava il museo ipotizzato due anni fa e al quale doveva essere destinato il teatro Margherita, modificato per l’abbisogna secondo i disegni dell’architetto David Chipperfield. Il progetto è naufragato per l’opposizione della Regione Puglia che, chiamata a cose fatte a metterci tutti i soldi necessari, non ha trovato per niente convincente né conveniente la fondazione pubblica-privata che avrebbe dovuto gestirlo.
Ora che il teatro Margherita (di proprietà del Demanio) è stato permutato con l’ex Macello e l’ex Frigorifero comunale, sedi dell’archivio di Stato e della Biblioteca nazionale, si può inseguire uno degli obiettivi del Patto per Bari firmato il 9 gennaio scorso da Vendola e da Emiliano. Parliamo del cosiddetto Miglio dei teatri. «Al teatro Margherita, inutilizzato da molti decenni,- si legge nel Patto – va affidata, dopo una adeguata ristrutturazione degli spazi, la funzione di laboratorio mediterraneo del teatro, della danza e delle arti sceniche e visive, una casa da offrire alle realtà produttive cittadine in cui convergano multidisciplinarietà, innovazione e sperimentazione delle arti contemporanee». continua a leggere