PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 31_05_2017

Lopopolo, Grattacielo piazza Ferrarese, 1949

La voglia matta dei grattacieli in riva al mare _ I progetti rimasti nel cassetto 

Grattacielo: una voglia repressa per i baresi che si sono dovuti accontentare di immaginarlo per anni in quel palazzo appena più alto della media, ad angolo tra il corso Vittorio Emanuele e il corso Cavour, che i cittadini più maturi ricordano appunto come il «grattacielo della Motta». Sulla sommità si accedeva una insegna al neon della compagnia di bandiera dei panettoni. Quella pubblicità gigantesca rimandava al caffè e al ristorante che occupavano per interi il piano terra e il primo piano piano, pavimentati con piastrelle azzurre realizzate a Bari, dalla Ceramica Levante, in un forno elettrico di via De Nicolò: di un colore talmente bello che ne vollero uguali per gli storici locali della Motta in Galleria, a Milano.
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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 24_05_2017

Nel Murattiano la nostalgia del secolo breve _ Paradossi della speculazione edilizia

La nostalgia è sempre a buon mercato. Non costa quasi nulla e va bene per ogni stagione. Così, la nostalgia della città perduta. E per Bari non la nostalgia della città vecchia, ma del borgo «murattiano» che suscita ricordi di profumati agrumeti nei cortili e acre risentimento verso chi ha partecipato alla selvaggia sostituzione edilizia negli anni del boom economico.
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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 02_11_2016

Un rigurgito di orgoglio nella «Nuvola» _ Fuksas a Roma, esempio per Bari 

C’è stata, finalmente, la inaugurazione della «Nuvola» di Massimiliano e Doriana Fuksas, vivacizzata dalle contestazioni al sindaco di Roma, Virginia Raggi, che si era permessa di ricordare anche le gravi ombre che hanno accompagnato sedici anni di progettazione e dieci anni di cantiere all’Eur. Un moto di insofferenza è salito dalla platea affollata di politici, manager e tanti architetti, invitati da tutt’Italia e da mezzo mondo. Un rigurgito d’orgoglio di categoria che ha avuto la meglio sulla invidia professionale  (per dirla con il critico Luigi Prestinenza Puglisi).

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 27_01_2016

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Villaggio Trieste e nuovi profughi. La storia fa il bis _ Gli immigrati e la città ostile

«La popolazione barese era incattivita. Ce l’avevano con noi perché avevamo il diritto alla casa e al posto di lavoro. Ma non volevamo togliere niente a nessuno», ricorda Giorgio Pasquale Germinario. «Abbiamo sofferto le pene dell’Inferno. Prima la guerra, poi l’esodo. Le nostre sono cicatrici che non si rimarginano». Nella parole del signor Germinario c’è tutta l’amarezza della condizione del profugo. Un profugo in patria, come erano gli italiani scacciati dall’Istria, dalla Dalmazia, dalla Grecia e dalle ex colonie africane alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 06_05_2015

L’espansione di Japigia negli anni sessanta. In primo piano il sacrario, inaugurato nel 1967

Demolire la città e ricostruirla. La scelta mancata _ Benevolo e Piccinato, dopo mezzo secolo

“Se si vorrà fare la città del futuro si dovrà abolire la proprietà privata dei suoli”: è il mite Leonardo Benevolo che indica la strada per risolvere la crisi della vita urbana in Italia. Parole ancora più sorprendenti, quelle del noto architetto e urbanista, se si considera che risalgono a quasi mezzo secolo fa. Benevolo risponde alle domande del giornalista della Gazzetta Ugo Apollonio, nell’ambito di una inchiesta sul tema “Come vivremo nel Duemila”.

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