PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 09_11_2016

alloggi IACP, Japigia

«Malbor sono io. Non toccate quella facciata»_ Chiaia & Napolitano a Japigia 

«Le facciate del palazzo stanno bene così come stanno. Non abbiamo niente da nascondere e cancellare», dice un uomo e poi scompare, lasciando il fotografo solo, sullo sfondo di quelle case che per tutti, nel quartiere, sono le «case della Marlboro» a causa o in virtù di quella decorazione a triangoli rossi e indaco sulla facciata. Negli anni del contrabbando che occupava di banchetti ogni angolo di strada, quelle geometrie non potevano che evocare un pacchetto di sigarette: effetto di quel misto di cinismo e autoironia che spingeva la gente del luogo a dire di sé: «Io abito al Giappone», intendendo Japigia, tanto era lontano il nuovo, popoloso quartiere dal centro cittadino.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 27_01_2016

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Villaggio Trieste e nuovi profughi. La storia fa il bis _ Gli immigrati e la città ostile

«La popolazione barese era incattivita. Ce l’avevano con noi perché avevamo il diritto alla casa e al posto di lavoro. Ma non volevamo togliere niente a nessuno», ricorda Giorgio Pasquale Germinario. «Abbiamo sofferto le pene dell’Inferno. Prima la guerra, poi l’esodo. Le nostre sono cicatrici che non si rimarginano». Nella parole del signor Germinario c’è tutta l’amarezza della condizione del profugo. Un profugo in patria, come erano gli italiani scacciati dall’Istria, dalla Dalmazia, dalla Grecia e dalle ex colonie africane alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 22_04_2015

I disperati di Torre Tresca all’assalto del nuovo Cep _ Nel 1967 la prima occupazione di massa degli alloggi pubblici a Bari

La famiglia – padre, madre e figlioletta – sgomberata con la forza la settimana scorsa da un locale dell’ex Iacp al San Paolo ha fatto tornare alla ribalta le occupazioni di case. Alloggi pubblici (come le case popolari) e alloggi privati (perlopiù abbandonati da tempo). Secondo le stime, grossolane, dell’Arca (ex Iacp) sono attualmente un migliaio gli alloggi popolari occupati, su un patrimonio di 24mila appartamenti, distribuito tra la provincia Bat e la città metropolitana di Bari; un terzo dei quali solo nel capoluogo.   continua a leggere

PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 04_06_2014

Il murale di Ericailcane e Blu sul prospetto dell'ex Socrate
Il murale di Ericailcane e Blu sul prospetto dell’ex Socrate

Nell’ex Socrate si torna a lezione ma di edilizia _ Autocostruzione, firmata l’intesa

Speriamo che a farne le spese non sia il grande murale realizzato due anni fa dagli artisti Ericailcane e Blu, di passaggio per Bari. Speriamo che la tutela di un’opera d’arte pubblica contemporanea rientri nel progetto di ristrutturazione dell’ex liceo Socrate per farne una comunità di alloggio e residenza per i rifugiati.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 13_02_2013

palazzo MonteleoneLa città pubblica venduta sottocosto _ Villaggio Trieste e Murattiano, stessa sorte

Il «Giorno del ricordo», domenica scorsa, ha riacceso l’attenzione sul «Villaggio Trieste», costruito fra il 1953 e il 1956 per dare un tetto ai profughi giuliano-dalmati. Per decenni, in quelle 27 palazzine ha vissuto una comunità compatta, in scarse relazioni con la città, oggi ridotta ad una minoranza: «I baresi si sono impossessati del nostro villaggio», dice chi  è rimasto.

La stessa commissione edilizia che approvò il progetto degli «alloggi per profughi» presentato dello Iacp esaminò pure la richiesta di demolizione di un edificio in via Sparano, che allora si chiamava via Vittorio Veneto. Istruttiva coincidenza, perché si tratta di due decisioni speculari: nel primo caso, via libera alla speculazione fondiaria; nel secondo, nulla osta alla speculazione immobiliare; nel primo caso, insensato consumo di suolo e frammentazione urbana, nel secondo dissennata densificazione del centro murattiano.

Due decisioni esemplari della gestione della città al tempo di Calza Bini e Piacentini, gli architetti romani chiamati a seppellire il piano regolatore di Concezio Petrucci e a creare le basi di quella privatizzazione dello spazio pubblico che sarà una costante delle vicende urbane della seconda metà del Novecento barese. E non pare che vi sia ancora una inversione di tendenza: la recente costruzione di appartamenti per le forze dell’ordine (i cosiddetti Art. 18) in aree destinate dal piano regolatore ai servizi, al verde e all’agricoltura ne è una  plastica rappresentazione. continua a leggere

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