una immagine del progetto vincitore di Gian Luigi Sylos Labini
Il lungomare nell’epoca dell’accumulo _ Delusi per l’assenza di Boeri
L’assenza si è notata. Scelto anche (ma non soltanto, è chiaro…) per dare lustro e un pizzico di glamour al concorso internazionale di idee per il lungomare di Bari vecchia, Stefano Boeri – «quello che raddrizza i boschi», come dicono a Milano – ha dato buca. Non c’era, lunedì scorso alla seduta pubblica della giuria che ha presieduto. Sicché la proclamazione del vincitore è toccata farla all’architetto Loredana Ficarelli, prorettore del Politecnico di Bari.
Nuovo municipio San Marcello, schizzo di Lorenzo Netti
Che lingua parla la periferia dentro la città _ S. Marcello, via senza clamore
Con poco clamore è stato avviato il primo cantiere del programma integrato di San Marcello. Senza le pubbliche fanfare che accompagnano progetti e intenzioni di rifacimento dei lungomari. Eppure, questo è un momento a suo modo storico perché il cantiere in via Colaianni segna la conclusione di una travagliata gestazione durata quasi 10 anni, mentre il Pirp gemello, quello di Japigia, sta per essere ultimato. Oggi possiamo dire che non era affatto scontato che il programma di San Marcello staccasse le ali da terra, per la complessità dell’operazione, che si era ancor più ingarbugliata a causa della crisi della parte privata, risolta con l’ingresso nel consorzio di imprese di altre ditte, tra cui la Debar, già impegnata a Japigia. Bisogna dare atto alla amministrazione comunale di aver assecondato e favorito la ricerca di un nuovo equilibrio tra le energie imprenditoriali e al tempo stesso di aver saputo difendere l’interesse pubblico, anche a fronte di un mutato scenario economico e di una nuova condizione del mercato immobiliare che hanno oggettivamente ridimensionato i margini dell’interesse privato.
La legge violenta delle periferie senza un centro _ Bari nelle foto di Mara Dani
Una città senza centro. Tutta periferia. Inconsueta è l’immagine di Bari che ci restituiscono le fotografie di Mara Dani raccolte in un volume dal titolo «Almost Bari», prodotto sotto la guida di Alessandro Cirillo. Un titolo che è già indizio dell’approssimarsi ad una idea di città incompleta, indefinita, provvisoria, in trasformazione. L’architetto Gian Luigi Sylos Labini riconosce nel lavoro di Dani «un contributo attento e sofisticato – così scrive nella presentazione al libro – che stimola una conoscenza più profonda, utile alla comprensione delle identità dei luoghi e delle loro dinamiche di trasformazione e, in definitiva, alla formazione di una “coscienza urbana”». Sylos Labini evoca, con tutte le cautele del caso, il tema «usato e abusato» della rigenerazione urbana, tema urgentissimo nel dibattito che coinvolge architetti e urbanisti ma non ancora seriamente i politici, le imprese e la finanza.