PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 27_04_2016

 

Zattere sul mare, il progetto di Michele Beccu (2011)
Zattere sul mare, il progetto di Michele Beccu (2011)

Il lungomare sulla zattera di salvataggio _ Le terrazze della discordia

 

Hanno preso carta e penna e hanno scritto: che ne pensa l’Ordine degli architetti del fatto che un sindacato di imprenditori commissioni un progetto e poi lo offra in  regalo al Comune, che lo riceve con entusiasmo e lo fa proprio? Lettere di questo tono, il presidente Vincenzo Sinisi se ne è vista recapitare più d’una, negli ultimi   giorni,  ed ognuna nuova deve aver aumentato l’imbarazzo. Il «caso» chiamato ad affrontare Sinisi è quello di «Baridamare», cioè dei progetti, confezionati sotto l’insegna dell’Inarch Puglia, «primi risultati del protocollo d’intesa tra Comune di   Bari, Confindustria Bari-Bat e Ance Bari-Bat per la riqualificazione urbanistica e sociale della costa cittadina».

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Bari futura. Dialoghi sull’urbanistica e l’architettura della città in trasformazione.

Locandina dell’evento

Martedì 19 giugno 2012, dalle ore 16.00, presso la Sala Conferenze del Politecnico di Bari, prosegue con un incontro pubblico il ciclo di dialoghi sull’urbanistica e sull’architettura della città promosso dall’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Bari, di concerto con il Politecnico di Bari.

In concomitanza con la pubblicazione del Concorso internazionale di idee “Baricentrale” (www.baricentrale.net) che invita i progettisti italiani ed europei a immaginare una grande trasformazione delle aree centrali del capoluogo, amministratori, studiosi ed esperti discuteranno con la cittadinanza le opportunità e le prospettive aperte dalla trasformazione urbana di un intervento che si estende complessivamente per circa 78 ettari su una lunghezza di oltre 3 km.

Paesaggi Luoghi Scenari _ convegno

Locandina dell’evento

Venerdì 8 giugno e sabato 9 giugno 2012 nell’Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari si terrà un convegno dal titolo Paesaggi Luoghi Scenari.

Il convegno è a cura del Museo della fotografia del Politecnico di Bari.

Dalla fine degli anni ’70 un numero sempre più ampio di Fotografi italiani si è occupato di Paesaggio, non più inteso come genere, ma come osservazione diretta e privilegiata dell’esterno.

Le visioni eterogenee dei Fotografi, frutto di una mediazione dinamica con la realtà, fanno emergere l’analisi della complessità del Paesaggio contemporaneo, la cui rappresentazione è apparsa, nelle immagini prodotte, più interrogativa che risolutiva. L’attenzione alle periferie, ai non-luoghi, alle città e ai segni delle trasformazioni del territorio induce questi autori ad abbandonare il lessico e la sintassi tradizionali, sino a quel momento riconoscibili anche al senso comune, per sperimentare nuove poetiche e nuove strategie visive. Il dissesto idro-geologico, i processi di antropizzazione diffusa, lo sfruttamento intensivo del territorio favorito dall’incuria e dalla cultura del profitto, oltre a rappresentare una minaccia per l’intero sistema, causano mutazioni straordinariamente rapide del paesaggio considerato come valore e come risorsa. I rapidi processi su indicati convivono già da alcuni anni con le grandi innovazioni dei mezzi di “produzione” della rappresentazione, tanto da rimanerne condizionati, sviluppando nuove modalità ed abitudini di vita. L’interazione tra paesaggio e tecnologia ci pone continuamente di fronte a problemi di modelli di riconoscimento. Il rischio è quello di precipitare nell’afasia visiva, una sorta di incapacità di vedere oltre lo sguardo. Lo strapotere mediatico e tecnologico minaccia “l’abilità” del saper essere spettatori, del “guardare” la città e la natura, percependone le macro e le micro-trasformazioni, saper leggere gli scollamenti, le disgiunzioni, le stratigrafie del passaggio tra vecchio e nuovo.

Trasformazioni così rapide del territorio, sovente condizionate dalla penetrazione delle tecnologie e dalle consuetudini e necessità spesso variabili, ribaltano completamente il mito rinascimentale dell’uomo “modellatore della natura”, o quello peggiore, modernistico, della demolizione dei modelli rurali per sostituirli con quelli industriali e post-industriali dei consumi e dei falsi bisogni. Il sovvertimento del ruolo porta a rivedere l’antica centralità dell’uomo nella progettazione e determinazione del paesaggio.

Lo studio di nuovi modelli sociali e l’attitudine alla percezione dell’ambiente riconosce al Paesaggio la sua funzione rappresentativa. Questo conferimento assegna all’uomo un ruolo fondamentale ai fini della ri-costruzione del territorio, a cui viene riconosciuto non solo la dignità di bene, come recita la normativa, ma lo carica di tutti quegli aspetti simbolici e semantici dei più svariati linguaggi che un’immagine può restituire. Nascono, per fortuna dico io, propensioni a riportare l’uomo al centro dell’attenzione, a non considerarlo più come un antagonista ostile alla natura. Gli scenari naturali o l’interno dell’abitazione diventano spesso i luoghi privilegiati della “narrazione” visiva.

Il Convegno si propone di analizzare il  Paesaggio nelle sue mutazioni, il suo orientamento e il suo sviluppo, individuando alcune tra le possibili forme contemporanee della sua rappresentazione visuale, ma anche di riconoscere i punti di forza della sua funzione di grande Teatro in cui una percezione indubbiamente diversa dal passato ha assegnato all’uomo il duplice ruolo di spettatore/attore.

“Guardare il Paesaggio non è mera contemplazione, ma è un processo altamente selettivo, nel quale l’attore raccoglie indicazioni sul modo in cui, nel suo rapporto con il mondo, deve agire per soddisfare i suoi bisogni o interessi” (Charles Morris) .

 

Pio Meledandri

Direttore Museo Fotografia Politecnico di Bari

Di seguito il programma completo del convegno:

8 giugno
Ore 10,00
Saluto di Nicola Costantino Magnifico Rettore Politecnico di Bari
e di Nichi Vendola Presidente Regione Puglia.
Con la partecipazione di Angela Barbanente – Assessore Regione Puglia –
Qualità del Territorio, Paesaggio, Aree Protette, Musei e Archivi –
Relatori:
• Dino Borri docente di Ingegneria del Territorio – Politecnico di Bari
“Aspetti territoriali dell’ingegneria della conoscenza” –
• Giovanni Chiaramonte Fotografo, docente di Fotografia – IULM di Milano
“Il sacrificio del Paesaggio”
• Francesca Fabiani Responsabile Collezioni di fotografia del Museo MAXXI Architettura
“Fotografia e Paesaggio, politiche di acquisizione e di esposizione del MAXXI”
Ore 13 e 30 Pausa pranzo
ore 15,30
interventi:
• Vincenza De Nigris Fotografa, docente precaria di Fotografia “Visioni e innovazioni”
• Francesco Selicato docente di Progettazione Urbanistica – Politecnico di Bari-
“Pianificazione del sistema delle coste”
• Maria Pansini Fotografo, docente di lettere e fotografia
“Racconti della città Vecchia: tra genius loci e surmodernità”
Seguirà discussione
Moderatore Pio Meledandri Direttore Museo della Fotografia Politecnico di Bari

9 giugno
ore 9 e 30
• Carlo Garzia Fotografo e responsabile scientifico Associazione
“La Corte, fotografia e ricerca” Bari – “ Il flâneur sospeso, una nuova prospettiva metropolitana”
• Marco Signorini fotografo, docente di fotografia – Accademia di Brera Milano
“Paesaggio e “storia” del quotidiano”
• Roberta Valtorta Storico dell’Arte – Direttrice Museo della Fotografia Contemporanea
Provincia di Milano – “Mutamento del concetto di territorio nei progetti fotografici pubblici
dagli anni Ottanta a oggi. Alcuni esempi ”
Ore 11 Coffee Break
Discussione e Conclusioni
Ore 13,00 Termine dei lavori

Presentazione della rivista Ellesette

Locandina della presentazione della rivista Ellesette

Giovedì 29 Marzo 2012, nell’ Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari, alle ore 15.00 si terrà la presentazione di Ellesette, la rivista di architettura degli studenti del PoliBa.

Dopo i saluti del Magnifico Rettore Nicola Costantino, interverranno il professor Nicola Martinelli e il professor Francesco Selicato (prorettore e prorettore vicario), in un dibattito coordinato e moderato da Silvia Sivo, col contributo di Alessandro Cariello. Interverranno anche, in videoconferenza da Roma, Ma0 | emmeazero studio d’architettura.
 
Questo numero di Ellesette, dal titolo Architettura 0, riflette sul tema dell’architettura ai tempi della crisi, indagata secondo le cinque chiavi di: volume, budget, tempo, tecnologia e chilometri 0. La riflessione si allarga poi ai mutamenti della professione dell’architetto e dell’architettura nella città contemporanea.
 
 

PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 15_02_2012

Masterplan del progetto

Tira e molla sulla pelle della ex Rossani Molti progetti, tutti ignorati

 

La faccenda della ex caserma Rossani sta prendendo una brutta piega. Non è ancora diventata una intesa quella bozza di accordo che la Regione Puglia aveva presentato al Comune lo scorso 27 dicembre, con una tempestività che deve aver lasciato qualcuno a bocca aperta: solo una settimana dopo che Emiliano, irritato per la richiesta dei capigruppo di Sel, Idv e Dpc di ritirare la delibera di giunta sulla Rossani, si era rivolto direttamente a Vendola, chiedendo di mettere mano alla borsa per evitare la privatizzazione dell’area, come prefigurato da uno studio di fattibilità (approvato appunto dalla giunta il 24 novembre).

Tira e molla, riunioni, telefonate, correzioni: dopo due mesi tutto è ancora in alto mare. A Emiliano non piacerebbe nemmeno l’ultima versione, approvata ieri dalla giunta regionale.

Sullo sfondo del duello istituzionale, l’attesa frustrante delle associazioni che si erano opposte alla strategia del project financing intrapresa dal Comune. Né ci sembra che in questa estenuante trattativa abbia riguadagnato un ruolo preminente la società civile, cioè la cittadinanza attiva. Un ruolo indispensabile se si vuol intraprendere la strada della urbanistica partecipata. Un ruolo obbligato, se si vuol dare conseguenza agli atti dello stesso Comune.

È il caso di richiamare il Documento programmatico per la rigenerazione urbana, approvato la scorsa estate per dare esecuzione alla legge regionale 21 del 2008. Con quel documento – elaborato dallo stesso gruppo di progettisti (guidato dal prof. Gianluigi Nigro, scomparso improvvisamente l’altra notte) che ha prodotto il Documento programmatico preliminare al nuovo piano urbanistico – si individuano gli ambiti per la promozione dei Programmi di rigenerazione urbana (i cosiddetti Piru). Ben quindici ambiti, troppi forse per dare efficacia alla legge. In ogni caso, tra gli ambiti ce n’è uno che riguarda proprio la Rossani, spingendo i confini di intervento fino al vecchio carcere, la cui area prima o poi si renderà disponibile. L’obiettivo fissato nel Documento per la rigenerazione, in questo caso, è «la creazione di due nuove grandi centralità urbane come testate dell’ambito, nevralgiche per l’intero assetto urbano». Dalle previsioni non è escluso il piano particolareggiato di Carrassi, già approvato, «che prevede interventi di ristrutturazione urbanistica delle aree più degradate». E non sfugge a chi ha scritto il documento che «sebbene il quartiere sia fortemente connotato, i servizi pubblici, i parcheggi e soprattutto il verde di quartiere sono estremamente carenti dal punto di vista quantitativo». Una analisi che coincide con quella che fanno le associazioni, sostanzialmente tradita dal contestato studio di fattibilità.

I vizi di quello studio e della strategia comunale che l’ha prodotto vanno ricondotti alla scelta di intervenire sull’area senza aprire lo sguardo ad un orizzonte più vasto. L’indicazione della Regione (puntare a funzioni di rango superiore) allude evidentemente alla necessità di considerare quegli 8 ettari di suolo in gran parte libero in rapporto al nodo ferroviario e al centro murattiano. Lo fa il documento programmatico preliminare con l’idea della «Sella centrale». Lo fa anche il giovane architetto Lucio Riccobono che ha conquistato il primo premio al concorso Archiprix Italia 2010 con una tesi di laurea (relatori Arturo Cucciolla e Francesco Selicato) dedicata proprio alla ex caserma Rossani e al Nodo ferroviario.

Al di là dei contenuti che esprime, il progetto di Riccobono è esemplare di un vasto movimento di riflessione che attraversa da anni la città. Pensiamo al concorso per la riqualificazione di via Sparano (molte proposte coinvolgevano l’area della Rossani), pensiamo al concorso «Baricuci», ma pensiamo soprattutto ai corsi del Politecnico, per alcuni dei quali (come quello di Composizione architettonica di Antonella Calderazzi) è stato scelto proprio il tema della riqualificazione dell’area di Carrassi.

Non è stupefacente che di tutto questo complesso di conoscenze e analisi – non ci sia nemmeno un riflesso sulle scelte finora intraprese dall’amministrazione comunale, tuttora priva di un vero e proprio progetto?

 

NICOLA SIGNORILE

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