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In occasioni di “tragedie” , “calamità naturali” come quella di questi giorni, a Genova – l’ennesima -, si usano parole, spesso pregne di ipocrisia, tra cui “ricordiamo”. “Ricordiamo le vittime”, “ricordiamo i morti”, “ricordiamo gli sfollati”. Noi vorremmo utilizzare la stessa parola, ma con un senso diverso. Vorremmo che a ricordare fossero tutti, dal primo all’ultimo italiano. Ricordare cosa promettono e cosa invece fanno (o piuttosto non fanno) i nostri politici e i nostri amministratori, continuamente sostenuti da una popolazione che si prostra, anche a scapito del suo stesso benessere, della sua stessa vita. Chiediamo, almeno ad ogni singolo lettore delle nostre pagine, di prendere coscienza e avere il coraggio di essere il cambiamento necessario – ormai anche urgente – che gli ultimi governi non solo non sono stati in grado di attuare, ma che, anzi, hanno affossato, adottando politiche disastrose. Meglio di noi, l’ha detto Domenico Finiguerra (ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano, autore, tra l’altro, di “8 mq al secondo, salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”), in questo suo contributo.
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