PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 09_11_2016

alloggi IACP, Japigia

«Malbor sono io. Non toccate quella facciata»_ Chiaia & Napolitano a Japigia 

«Le facciate del palazzo stanno bene così come stanno. Non abbiamo niente da nascondere e cancellare», dice un uomo e poi scompare, lasciando il fotografo solo, sullo sfondo di quelle case che per tutti, nel quartiere, sono le «case della Marlboro» a causa o in virtù di quella decorazione a triangoli rossi e indaco sulla facciata. Negli anni del contrabbando che occupava di banchetti ogni angolo di strada, quelle geometrie non potevano che evocare un pacchetto di sigarette: effetto di quel misto di cinismo e autoironia che spingeva la gente del luogo a dire di sé: «Io abito al Giappone», intendendo Japigia, tanto era lontano il nuovo, popoloso quartiere dal centro cittadino.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 07_10_2015

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grotta reginaIl futuro della città si discute a cena lontano dai curiosi _ A che serve la «partecipazione» 

 

L’opera dei vandali, questa volta, ci costa 32mila euro e solo per evitare che qualcuno si faccia male. La giunta comunale ha approvato, la settimana scorsa, i lavori urgenti per mettere in sicurezza quel che rimane dell’ex ristorante Grotta Regina, a Torre a Mare. L’edificio, di proprietà del Demanio ma che il Comune custodisce del 2013, è stato divorato da un rogo doloso, un mese fa. Era vuoto da anni e in abbandono, al centro di un contenzioso (il pagamento di vecchi canoni per 150mila euro) finito davanti ai giudici del Tar. I carabinieri di Triggiano indagano e non è affatto escluso che il movente degli incendiari sia un disegno speculativo.

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PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 23_09_2015

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Teatro Margherita, nuovo arsenico e vecchi merletti _ Nasce il «Polo contemporaneo»

«Non è meglio abbatterlo?». Ogni volta che si torna a parlare del teatro Margherita e del suo restauro c’è qualcuno che lancia la proposta della demolizione, magari con l’aria di aver avuto un’idea originale. In effetti il teatro galleggiate avrebbe dovuto scomparire già diverse volte, almeno fino a quando non è stato vincolato dallo Stato come bene culturale, esattamente il 9 gennaio 1981, data del decreto ministeriale. Una decisione che fece andare su tutte le furie Ludovico Quaroni, maturata proprio  mentre l’architetto romano lavorava al piano regolatore di Bari.

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