Nel Murattiano la nostalgia del secolo breve _ Paradossi della speculazione edilizia
La nostalgia è sempre a buon mercato. Non costa quasi nulla e va bene per ogni stagione. Così, la nostalgia della città perduta. E per Bari non la nostalgia della città vecchia, ma del borgo «murattiano» che suscita ricordi di profumati agrumeti nei cortili e acre risentimento verso chi ha partecipato alla selvaggia sostituzione edilizia negli anni del boom economico. continua a leggere
A Barivecchia quarant’anni di «speculazione» _ Palazzo Andidero e Benny Petrone
«Il lungomare barese subisce gli attacchi della natura e della speculazione. Sull’antica muraglia della città un “balneare” pugno nell’occhio». Sorprenderà, rileggere oggi questo titolo apparso quarant’anni fa sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Era il 13 settembre 1977 e la Cronaca di Bari, smontate le impalcature, ma non ancora la gru, puntava l’indice accusatore contro quel fabbricato sorto su via Venezia: palazzo Andidero. L’articolo – non firmato – è senz’altro da attribuire al direttore Oronzo Valentini, il quale formula, più che una domanda, un appello: «E’ irreparabile?». continua a leggere
Il Moderno finisce in discarica _ Dimenticare Chiaia & Napolitano
L’architettura di Chiaia & Napolitano va al macero. L’amara scoperta l’ha fatta Antonella Calderazzi, docente del Politecnico, curatrice della mostra «Costruire il Moderno» e allestita nel 2010 all’Archivio di Stato: i diciotto pannelli di grande formato che illustravano l’intera attività dei due architetti non si trovano più. Secondo accordi con i rettori del Politecnico e dell’Università, dovevano essere esposti in modo definitivo nello Student Center, nel Rettorato di via Amendola e nel palazzo ex Enel di via Crisanzio. Nel frattempo, erano conservati in un locale attiguo alla biblioteca dell’istituto di Disegno, nel complesso Scianatico, ma ora lì c’è il laboratorio di una azienda privata, la divisione Avio della General Electric, che il Politecnico ospita per una collaborazione. E quel che c’era dentro sarebbe finito in discarica. Ma nemmeno di questo si può essere certi, perché gli uffici non sanno cosa rispondere e chiederanno lumi all’impresa incaricata dello sgombero.
Coraggio moderno nel Murattiano senza qualità _ Il restauro «spontaneo» di Palazzo Miceli
È molto di più di una coincidenza se il Palazzo Miceli in via Roberto da Bari viene restaurato proprio quando quella strada inizia ad essere pedonalizzata. È un segno della metamorfosi che sta subendo il quartiere murattiano, finalmente abbandonando la «retorica del Murattiano» per affrontare una analisi critica dell’edilizia che nel dopoguerra ha cancellato gran parte del borgo fondato da Giuseppe Gimma. Un fenomeno urbanistico di dimensioni gigantesche, che in realtà aveva la sua origine nelle numerose sostituzioni e sopraelevazioni avviate già negli anni Venti e Trenta e oggi – ecco la retorica – paradossalmente assimilate nel comune sentire all’autentico Murattiano: valgano per tutti gli esempi di palazzo Mincuzzi o del complesso che racchiude la chiesa di San Ferdinando. Un fenomeno, quello degli anni Sessanta e Settanta, che è stato caratterizzato da una gran massa di ignobile edilizia speculativa, ma in cui pure sono emerse occasioni di eccellente architettura, per mano di maestri come Vito Sangirardi, Dino Pezzuto, Tonino Cirielli e la coppia Chiaia&Napolitano.
La giusta misura. Architetture come una miss _ Un Premio Inarch per la Puglia
Succede un po’ come in un concorso di bellezza: una volta la vincitrice diventa una star del cinema, un’altra volta il suo splendore dura solo qualche mese e ben presto tutti si dimenticano di lei. Così, chi potrà dire se da un concorso di architettura verrà fuori il capolavoro o se invece sarà quella domani una casa fra le altre?