Il Castello difeso dagli indifferenti e dal marketing _ La battaglia di Perotti, un secolo fa
«Che ne faremo? Potremmo anche non farne nulla: tenercelo così per mostrarlo ai forestieri, che ora, in mancanza d’altro, son costretti ad ammirare il Politeama e il Circolo Unione». Sempre saporito, Armando Perotti che con la sua penna affilata dà il via ad una battaglia di opinione per restaurare il castello normanno-svevo e sottrarlo alle decisioni di una burocrazia statale indifferente ai bisogni e ai diritti della città. Una battaglia che ha singolari analogie con il movimento di società civile che oggi si oppone alla costruzione del palazzo di uffici davanti a Santa Chiara e che, in virtù di un vincolo statale ignorato finora, ha ottenuto proprio ieri la richiesta del Comune di Bari al Provveditorato alle Opere pubbliche per la sospensione immediata dei lavori.
L’efficace schizzo di Onofrio Mangini del progetto di concorso per l’area del Ferrarese
Il Margherita e la grammatica dei sentimenti
La grammatica ha un grande potere: cambia le carte in tavola. Certe volte basta un plurale per far rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta. Prendiamo il caso del Bac. L’acronimo stava per Bari Arte Contempranea, ora sta per Bari Arti Contemporanee. Ma sempre Bac rimane, così non è chiaro se il vecchio sia stato sepolto oppure sia sempre vegeto, oppure sia uno zombie che continuerà a disturbarci i sogni.
La vecchia sigla indicava il museo ipotizzato due anni fa e al quale doveva essere destinato il teatro Margherita, modificato per l’abbisogna secondo i disegni dell’architetto David Chipperfield. Il progetto è naufragato per l’opposizione della Regione Puglia che, chiamata a cose fatte a metterci tutti i soldi necessari, non ha trovato per niente convincente né conveniente la fondazione pubblica-privata che avrebbe dovuto gestirlo.
Ora che il teatro Margherita (di proprietà del Demanio) è stato permutato con l’ex Macello e l’ex Frigorifero comunale, sedi dell’archivio di Stato e della Biblioteca nazionale, si può inseguire uno degli obiettivi del Patto per Bari firmato il 9 gennaio scorso da Vendola e da Emiliano. Parliamo del cosiddetto Miglio dei teatri. «Al teatro Margherita, inutilizzato da molti decenni,- si legge nel Patto – va affidata, dopo una adeguata ristrutturazione degli spazi, la funzione di laboratorio mediterraneo del teatro, della danza e delle arti sceniche e visive, una casa da offrire alle realtà produttive cittadine in cui convergano multidisciplinarietà, innovazione e sperimentazione delle arti contemporanee». continua a leggere