
Ha avuto una eco nazionale l’ultimo articolo pubblicato su questo blog dal titolo emblematico, tanto quanto allarmante, A che serve Cesare Brandi?. Un articolo che ha avuto il merito, se non altro, di rianimare il confronto dialettico sui temi delle trasformazioni urbane, la cui importanza e le cui ripercussioni in termini di vivibilità, salubrità, economia, sicurezza e sostenibilità vengono spesso ignorate da una classe politica ed imprenditoriale troppo concentrata a difendere interessi particolari o incapace di una visione consapevole.
Riceviamo e prontamente ripubblichiamo la lettera giunta in redazione a firma del prof. Oronzo Brunetti, professore associato di Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, studioso qualificato e autore del volume “Martina Franca nel Settecento. Strutture architettoniche e immagine urbana” (2012).
Gentilissim@,
ho letto “A che serve Cesare Brandi” di Pulito (che non conosco) e l’ho molto apprezzato. Sono lontano da Martina, estraneo al contesto politico e culturale, e mi fido di quello che ho letto (pur non potendo verificare).
Sei anni fa pubblicai un mio studio sulla città e nell’introduzione scrissi che Martina era ancora in tempo per salvarsi dagli aspetti più deleteri del turismo. Per vari motivi ho rimesso piede in città solo la scorsa estate; stentavo davvero a riconoscerla. Nessuna differenza con gli altri centri in mano al più osceno dei turismi (ciabatte, abbigliamenti inadeguati, puzza di fritto e di cucina, ovunque tavoli e sediacce di plastica, rumori, voci. E gli abitanti? Ce ne sono ancora nel centro?). Ricordo che andai via prestissimo e che il giorno seguente ne parlai con una conoscente martinese che m’invitò a scrivere una lettera alla Gazzetta; ma non feci niente.
Non mi sorprende che questa giunta metta in moto un’operazione del genere (di una gravità enorme); una porzione, sebbene minima, di antropizzazione ben conservata che andrebbe tutelata anche perché ormai, il centro antico della città non esiste più. Tutto tirato a lucido per essere messo in vetrina e venduto al turismo (poi passerà la moda della vacanza in Puglia e allora raccoglieremo i cocci).
E a che serve un parcheggio? A far arrivare in città un numero sempre crescente di turisti (non viaggiatori o visitatori) perché portano ‘soldi’ (ma sarà vero?). Però, con questo tipo di politiche si ottengono consensi e voti.
I miei saluti,
Oronzo Brunetti