PIAZZA GRANDE di Nicola Signorile | 09_08_2017

una immagine del progetto vincitore di Gian Luigi Sylos Labini

Il lungomare nell’epoca dell’accumulo _ Delusi per l’assenza di Boeri

L’assenza si è notata. Scelto anche (ma non soltanto, è chiaro…)  per dare lustro e un pizzico di glamour al concorso internazionale di idee per il lungomare di Bari vecchia, Stefano Boeri – «quello che raddrizza i boschi», come dicono a Milano – ha dato buca. Non c’era, lunedì scorso alla seduta pubblica della giuria che ha presieduto. Sicché la proclamazione del vincitore è toccata farla all’architetto Loredana Ficarelli, prorettore del Politecnico di Bari.

È fuor di dubbio che Boeri non avrebbe mai voluto mancare l’appuntamento barese se non ne fosse stato seriamente impedito. Ma certo il suo forfait ha velato appena appena una buona occasione per il marketing urbano, che il sindaco Decaro ha tentato di recuperare con la propria  diretta partecipazione, sfiorando però la gaffe quando si è seduto fra i giurati, lui che rappresenta la committenza, e per giunta in  un momento delicato della procedura, quello dell’apertura delle buste contenenti il nome dei progettisti partecipanti, da associare alle sigle dell’anonimato.

Nessuno se la prenderà – ne siamo certi – per tanta esuberanza, a fronte della tormentata storia di questa gara, nata per riparare ad un regalo dell’Ance e dell’Inarch alla Amministrazione comunale (giudicato inopportuno, da alcuni) e segnata poi dalle polemiche sul bando (tra l’altro, la oggettiva esclusione dei giovani, paradossale per un concorso di idee: tanto che  Decaro si è augurato non capiti più in futuro). E infine c’è stato il ritardo nella formazione della giuria…

Il primo premio è  stato aggiudicato all’architetto Gian Luigi Sylos Labini e allo studio Smn, di cui è leader. Del progetto ci occuperemo in dettaglio a settembre, quando l’Amministrazione comunale renderà pubbliche anche le altre 15 proposte (è stata annunciata una mostra). Il confronto sarà utile, non solo a valutare  le qualità del progetto vincitore o, eventualmente, le occasioni mancate, ma anche a misurare il lavoro della giuria che – in questo momento – è faccenda di un certo interesse. Anche per i tecnici e gli assessori che  si apprestano a scrivere il bando di un altro concorso, di un altro lungomare, quello della costa Sud (o meglio: di Levante).

Anche quest’ultimo sarà – come quello appena concluso – un concorso internazionale. Per la verità, non è che ci sia stata una folla di architetti stranieri, questa volta. Abbiamo notato la presenza del paesaggista portoghese João Nunes (con Stefano Serpenti) e del barcellonese Andreu Arriola (con i baresi di Bdf). E poi di Oriol Capdevilla, socio di Bohigas nello studio catalano Mbm e già impegnato nel gruppo dell’architetto di Alberobello Michele Sgobba che si è aggiudicato la progettazione del lungomare di Santo Spirito.

E con questo, sono tre i lungomare, anzi quattro se consideriamo anche quello di San Girolamo, oggetto di un  impegnativo cantiere: ricordiamo che il concorso per quel «waterfront» risale addirittura al 2009 e lo vinsero gli architetti Dario Morelli e Paolo Pastore a capo di un nutrito gruppo di specialisti, che sbaragliarono una ben più numerosa concorrenza internazionale.

La rassegna delle cose in atto e di quelle future ci induce ad una riflessione: tanti gesti di trasformazione del paesaggio urbano avrebbero meritato una visione unitaria? Ce lo chiediamo francamente perché forse la pretesa di governare con una idea complessiva la gestione di quaranta chilometri di costa appartiene al passato: nell’epoca del frammentario vince chi arriva prima e non si cura di quel che accade a fianco. L’architettura dell’accumulazione – contro cui punta l’indice in questi giorni il 90enne Vittorio Gregotti – impone un nuovo cinismo: la storia dei luoghi si riduce a spot nostalgico e rifugge ogni approccio critico. E il concorso per il lungomare di Bari vecchia dimostra che la città è pienamente su questa linea, altrimenti ci si sarebbe posti il tema della restituzione del mare alla città vecchia anziché il suo ulteriore allontanarsi. Era questa, d’altronde, la richiesta del bando: siamo curiosi di vedere se qualche concorrente non ha vinto perché l’ha contestata. Ne riparliamo a settembre.

di NICOLA SIGNORILE

(pubblicato oggi su “La Gazzetta del Mezzogiorno”)

 

 

 

 

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