Il «no» di Helsinki al Guggenheim fa eco alla Rossani _ Studio di fattibilità: una trappola
Non si va lontano con gli studi di fattibilità. Perché non danno nessuna garanzia di qualità e, a ben guardare, nemmeno assicurano il buon esito di un concorso di architettura o di un appalto di lavori pubblici. Di esempi ce n’è a bizzeffe, in Italia e in Europa. Perciò gli amministratori comunali di Bari farebbero bene a fermarsi un attimo, a riflettere sul senso e l’efficacia di questo prodotto ibrido, a mezzo fra l’economia e l’ingegneria, che finisce per camuffare l’intenzione politica sotto una maschera tecnocratica, apparentemente neutra. Materia sfuggente: quando i risultati vengono divulgati, se piacciono è già un progetto, altrimenti «è solo uno studio di fattibilità, non impegna nessuno, poi si farà il concorso». L’abbiamo già sentito dire a proposito delle idee per la riqualificazione del lungomare.
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